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«Luce del mattino»
Santa Maria delle Grazie nella vita di Paolo VI

Placeholder imagePassando per il chiostro e diretto verso l’uscita del Santuario di Santa Maria delle Grazie, il pellegrino trova ad attenderlo il sereno volto di san Paolo VI, il quale, seppur vincolato nelle dure pieghe del metallo, con le braccia tese lo invita ad un caloroso abbraccio, o forse lo esorta a gioire per la grandezza di ciò che si celebra in quel luogo. Sotto ai piedi della statua, un’iscrizione definisce Giovanni Battista Montini «devoto e assiduo nella visita a questo santuario». Il piccolo Battista, in effetti, dal carattere già incline alla meditazione, passava spesso con la madre per visitare il santuario, ancora quando la famiglia abitava in via Trieste. Di certo ancora non immaginava ciò che Dio gli avrebbe chiesto di operare per la sua Chiesa, ma intanto aveva la possibilità di contemplare le «grandi cose» (Lc 1, 49) che Egli aveva compiuto in colei che si era messa totalmente a disposizione dei suoi disegni.

Placeholder imageSecondo figlio di Giorgio Montini e di Giuditta Alghisi, Giovanni Battista nasce il 26 settembre 1897 a Concesio, piccolo paese del Bresciano, presso la casa della nonna Francesca, dove la famiglia Montini è solita trascorrere i mesi estivi. Quando, dal 1907, i Montini si trasferiscono in via Grazie 17, dove si trova ancora oggi la loro casa di famiglia, il Santuario diviene per loro un vero e proprio «rifugio di preghiera»1. La devozione mariana costituisce infatti per la famiglia del futuro papa un fondamento imprescindibile della vita di fede, tanto da spingere il padre Giorgio a scrivere: «La Madonna è stato il punto di partenza; ella ha voluto che il nostro nido stabile fosse all’ombra del suo Santuario; speriamo, dunque, nella sua protezione»2. Battista impara soprattutto dalla madre a recarvisi spesso per recitare il rosario o anche semplicemente per «tenere compagnia alla Madonna»3. Le medaglie e i premi scolastici che i figli ricevono, in particolare Battista con le sue doti intellettuali e impegno nello studio, vengono sempre offerti come doni alla Madonna delle Grazie. Questo gesto mostra come fin dall’età scolare, il piccolo Battista si abitui a porre i propri meriti e le proprie capacità a disposizione di Dio attraverso Maria, rendendosi così già pienamente docile al disegno divino pensato per lui. Questo particolare legame con la Vergine, spiega il perchè della gioia che anima la famiglia Montini nel giorno della festa della Natività di Maria. Anche quando i figli cresceranno, l’8 settembre di ogni anno rimarrà irrinunciabile per loro il ritorno a Brescia per partecipare insieme alle feste popolari in onore della Vergine. Queste esperienze di fede lasciano nell’animo di Battista una traccia così marcata da spingerlo, molti anni dopo, da Pontefice, ad affermare pubblicamente: «Come potremmo noi dimenticare che l’8 Settembre a Brescia, è giornata solenne per quel Santuario della Madonna delle Grazie, la cui chiesa Maggiore adiacente al Santuario, è appunto dedicata a questa festività? Essa era l’occasione abituale di riunione della nostra famiglia; e in quel pio domicilio, casa e Chiesa, di culto mariano, maturò la nostra giovanile vocazione sacerdotale» (Angelus 9 settembre 1973); «la Chiesa di S. Maria delle Grazie a Brescia, a due passi dal nostro domicilio domestico, e da noi frequentata negli anni giovanili con quotidiana assiduità, è dedicata alla nascita della Madonna, la quale Beatissima aveva ogni anno, in questa festiva ricorrenza, tutta la nostra famiglia puntualmente convenuta a Sé» (Angelus dell’8 settembre 1974).

Giovanni Battista coltiva il proprio rapporto con Maria anche con la sua presenza, dal 1908, nell’organismo di apostolato della Congregazione mariana del collegio Cesare Arici, tenuto a Brescia dai gesuiti, dove tra il 1903 e il 1915 frequenta le elementari, il ginnasio e parte del liceo. I congregati si dedicano ad un notevole impegno spirituale, con la recita del rosario e la comunione frequente.
Nel settembre 1916 Battista inizia a seguire le lezioni del Seminario di Brescia come uditore esterno e svolge, tra il 1917 il 1919, il servizio di segretario del vicario economo della parrocchia di S. Giovanni. In questi anni viene visto da molti uscire dalla casa di famiglia per «portarsi al vicino Santuario delle Grazie per le consuete pratiche di pietà»4.
Giunto ormai al termine del percorso seminariale, si avvicina il grande giorno del sigillo della sua unione con Cristo e l’8 marzo 1920 Battista riceve il suddiaconato. Tra le emozioni che prova, si trova di nuovo la presenza di Maria; scrive infatti in quei giorni: «Provo le vibrazioni del Magnificat, che Maria mi ha insegnato, col Vangelo, a ripetere dal primo giorno che ho sperimentato i disegni di Dio» (lettera a don Francesco Galloni, 6 marzo 1920). Finalmente, il 29 maggio 1920, Battista viene ordinato nella cattedrale di Brescia insieme ad altri 13 nuovi sacerdoti.
Placeholder imageAlla luce del mattino successivo, domenica della SS. Trinità, una folla di parenti e amici si stringe, colma di gioia, attorno a don Battista, che il 30 maggio celebra la sua prima messa proprio al Santuario delle Grazie, riconoscendolo come luogo e passaggio fondamentale del suo cammino nel piano di Dio.

Nel novembre del 1920, abbandonato il desiderio di restare in diocesi come parroco o professore in seminario, insegue l’idea di portare avanti studi umanistici in filosofia presso la Pontificia Università Gregoriana e in lettere all’Università di Roma. Ma il ruolo che lo attende è in realtà in Polonia, al seguito dell'arcivescovo Lorenzo Lauri alla nunziatura apostolica di Varsavia. Nell'ottobre 1925 viene nominato assistente ecclesiastico nazionale della FUCI, ruolo che ricopre fino al ‘33. Nel ‘37 è nominato sostituto della Segreteria di Stato, dove lavora a fianco di mons. Eugenio Pacelli, il quale nel ‘39 viene eletto pontefice con il nome di Pio XII. Nell'estate del 1944 Montini assume la carica di Pro-segretario di Stato, fino al 1954, quando il Papa lo nomina arcivescovo di Milano. Il 12 dicembre viene quindi consacrato vescovo e il 6 gennaio 1955 prende possesso dell'arcidiocesi. Nonostante scali rapidamente i gradini della gerarchia ecclesiastica, l’umile pretino di Brescia non si dimentica delle mura entro cui è nata la sua vocazione e, non ancora cardinale, torna a celebrare messa presso il Santuario, come testimonia il sacerdote e amico di Verolavecchia, don Luigi Benassi, il quale lo incontrerà, passando per caso al santuario, nella sacrestia dove, tra i molti preti, ha l’occasione di salutarlo.5

Placeholder imageOrmai però Montini è salito in alto e nel 1958, il neoeletto papa Giovanni XXIII, con cui da arcivescovo aveva già avuto stretti rapporti di collaborazione, lo nomina cardinale. Montini viaggia molto in Africa e America ed è attivamente coinvolto come membro della commissione preparatoria del Concilio Vaticano II. Dopo la morte di papa Roncalli, Giovanni Battista Montini viene eletto pontefice al sesto ballottaggio del conclave, il 21 giugno 1963.
Dopo un pontificato durato 15 anni e 46 giorni, che egli stesso aveva definito come rivolto alla «tutela della fede» e «a difesa della vita umana»6, Paolo VI muore la sera del 6 agosto 1978, nella residenza di Castelgandolfo.
Dopo altri 15 anni, per volere di papa Giovanni Paolo II, il cardinale Camillo Ruini apre il processo diocesano per la causa di beatificazione del pontefice bresciano, dichiarandolo quindi servo di Dio. Il 20 dicembre 2012 assume il titolo di venerabile.
Un nuovo passo nel rapporto che lega la storia di Paolo VI con il Santuario delle Grazie a Brescia si ha quando quest’ultimo viene stabilito come sede diocesana della sua causa di beatificazione. In quegli anni, dopo un miracolo di guarigione inspiegabile avvenuta negli Stati Uniti nel 2001 di un feto al quinto mese di gravidanza, Paolo VI viene beatificato il 19 ottobre 2014 da papa Francesco. Il 6 marzo 2018, viene riconosciuto un secondo miracolo avvenuto per intercessione del Beato, anche questa volta riguardante un feto. Il 14 ottobre 2018, papa Montini viene così proclamato santo insieme ad altri sei nuovi santi. La sua salma riposa ora nelle Grotte Vaticane e, per suo preciso volere, non è stata trasportata altrove nemmeno dopo la canonizzazione: «La tomba: amerei che fosse nella vera terra, con umile segno, che indichi il luogo e inviti a cristiana pietà. Niente monumento per me»7.

Placeholder imagePasseggiando dunque tra il santuario, il chiostro e la basilica delle Grazie, si percorrono gli stessi ambienti, calpestano gli stessi pavimenti e si respira lo stesso clima di preghiera che gustò il santo papa bresciano. Soprattutto però, si ha la possibilità di venerare la stessa Madre celeste e incontrare nella messa lo stesso Dio che qui il piccolo Battista ha sentito vicino fin dalla sua infanzia. Ancora una volta la Vergine conferma la sua eterna e sempre giovane presenza nella vita della Chiesa: la accompagna da quel giorno di Pentecoste nel cenacolo e non l’ha abbandonata negli anni di burrasche sociali e politiche del secolo scorso. Ancora una volta si vede l’operare straordinario di Dio attraverso l’ordinario. Colpisce che proprio per mezzo di strumenti semplici e troppo spesso ritenuti banali, come quello della preghiera, del rosario, della messa, della semplice visita tra le mura del santuario, sia stato scelto l’umile Montini per reggere sulle sue gracili spalle la Chiesa e, in un momento così delicato della sua storia, per conferirle una svolta epocale.
Contemplando un tale disegno provvidenziale e passando le pareti del Santuario delle Grazie, è rinfrancante la certezza della presenza di Maria e non resta che ammirare con serena fiducia ciò che Dio decide anche oggi di operare nel mondo e nella Chiesa, con la speranza che di nuovo questi luoghi mariani possano essere punto di partenza per nuove strade di santità, ordinaria prima ancora che straordinaria. A tutti colo che passano tra queste mura è richiesta soltanto collaborazione e piena docilità: forse allora è questo il motivo della gioia a cui invitano le braccia levate della statua di Paolo VI nel chiostro.

«L’apparizione di Maria nella storia del mondo è come l’accensione d’una luce in un ambiente oscuro; una luce del mattino, ancora pallida e indiretta, ma soavissima, ma bellissima: la luce del mondo, Cristo, sta per arrivare; il destino felice dell’umanità, la sua possibile salvezza, è ormai sicuro; Maria lo reca con sé». (Udienza Generale Paolo VI, 8 settembre 1965)


Nicola Moreschi


1 A. Fappani-F. Molinari, Giovannibattista Montini giovane 1897-1944. Documenti inediti e testimonianze, Marietti, Torino, 1979, p. 34.

2 Ibid, p.34.

3 Ibid, p.35.

4 Ibid, p.83.

5 Ibid, p.139.

6 Paolo VI, omelia XV anniversario dell’incoronazione Solennità dei SS. Apostoli Pietro e Paolo (giovedì 29 giugno 1978).

7 Paolo VI, Testamento