“Tutte le generazioni mi chiameranno beata”
Il perenne canto di lode della Basilica
Entrare nella Basilica di Santa Maria delle Grazie a Brescia può provocare un senso di stupore misto a smarrimento. Dietro ad un virtuosismo che rischia di far perdere l’orientamento, si nasconde in realtà una logica strutturale complessa ma affascinante, che si pone come obiettivo quello di comporre una grande melodia di lode alla Vergine e, attraverso di Lei, a Cristo, che possa risuonare per sempre nella chiesa. Seguendo l’interpretazione che ne dà lo storico dell’arte Giuseppe don Fusari in alcune lezioni di presentazione di questo apparato artistico, cominciamo un viaggio nella basilica per rivivere i momenti della grande storia della salvezza che qui sono letti e raffigurati innanzitutto come un perenne dialogo tra Cristo e Maria e tra quest’ultima e la Chiesa.
Il Presbiterio
Tutto ha inizio nel presbiterio. Osservandolo rivolti verso l’altare, sulla parete sinistra prendono vita i primi passi di Maria nella storia della salvezza. Con le tele raffiguranti gli episodi della Natività di Maria (Camillo Procaccini) e dell’Annunciazione (Tiburzio Baldini) infatti, la Vergine entra nel piano salvifico di Dio: inizialmente ancora inconsapevole del grande compito alla quale è chiamata, ma poi accettandolo con un “sì” umile e deciso.
Natività di Maria
L'arcangelo Gabriele Annuncia a Maria il progetto di Dio
La storia procede al centro del presbiterio con la pala dell’altar maggiore dov’è dipinta dal Moretto la Natività di Gesù e i pastori che lo adorano.
Natività di Gesù
Sulla parete di destra del Presbiterio con la Circoncisione di Gesù (Francesco Giugno), l’Adorazione dei Magi (Grazio Cossali) e la Presentazione al tempio (Antonio Gandino). Durante questi momenti Maria ha sempre lo sguardo rapito e fisso sul Figlio, con il quale pare essere in costante e silenzioso dialogo: vive per Lui e a Lui sempre guarda, quasi nascosta, ma sua fedele compagna in questi primi momenti cruciali della Rivelazione. Completa il tutto la pala della Strage degli innocenti (ancora di Tiburzio Baldini) collocata ora in fondo alla chiesa sopra la porta d’ingresso centrale, ma precedentemente situata anch’essa nel presbiterio.
Circoncisione di Gesù
Adorazione dei Magi
Presentazione al Tempio
Strage degli innocenti
Il dialogo prosegue sulla volta del presbiterio con l’affresco delle Nozze di Cana: sulla destra si intravede la Madonna, che di nuovo accompagna “l’inizio dei segni compiuti da Gesù” (Gv 2, 11) nel suo manifestarsi agli apostoli e, con una presenza quasi impercettibile, appoggia maternamente la mano sulla spalla del Figlio. Questo affresco si colloca al centro di altri due tra loro collegati: da una parte il sacrificio del sacerdote Melchidesech mentre offre i pani, dall’altra il sacrificio mistico della Madre che sorregge, come offrendolo, il Figlio, mentre insieme trionfano nella gloria.
Nozze di Cana
Il sacrificio del sacerdote Melchidesech mentre offre i pani
Il sacrificio mistico della Madre che sorregge, come offrendolo, il Figlio, mentre insieme trionfano nella gloria.
Oltre che Maria, anche tutti coloro che hanno annunciato Cristo e parlato di Lui ora lo osservano dall’alto della volta: sulla fascia di destra quattro Sibille; sulla sinistra i re Davide e Salomone e i profeti Isaia e Geremia.
Sibilla
Sibilla
Sibilla
Sibilla
Davide
Salomone
Profeta Isaia
Profeta Geremia
Nell’abside i profeti Ezechiele e Aggeo, altre due sibille e al centro lo sguardo e la mano benedicente di Dio Padre. Sempre nell’abside ecco gli Evangelisti (Marco, Giovanni, Matteo e Luca).
Dio Padre
Aggeo
Ezechiele
Sibilla
Sibilla
Giovanni Evangelista
Luca Evangelista
Marco Evangelista
Matteo Evangelista
Nei riquadri di sinistra che reggono la volta, come stabili pilastri, i quattro dottori della Chiesa occidentale (Girolamo, Agostino, Ambrogio, Gregorio Magno) e sulla destra quattro santi vescovi (forse dottori della Chiesa orientale).
Girolamo
Gregorio Magno
Ambrogio
Agostino
Vescovo
Vescovo
Vescovo
Vescovo
Per sottolineare questo intimo e continuo rapporto tra Cristo e Maria, sul presbiterio sono stati raffigurati, in quadri più piccoli, anche alcuni episodi della vita di quest’ultima, quasi a voler ricalcare i momenti fondamentali della vita di Gesù, rappresentati più in grande. Sulla parete sinistra, accanto all’organo, la Natività di Maria e la Presentazione di Maria Bambina al Tempio; sulla parete destra, accanto alla contro cantoria, lo Sposalizio di Maria e Giuseppe e la Visita a S. Elisabetta.
Natività di Maria
Presentazione di Maria al Tempio
Sposalizio di Maria e Giuseppe
Maria visita la cugina sant'Elisabetta
Navata Centrale
Uscendo dal presbiterio, si prosegue sulla volta della navata centrale, sul cui soffitto si estende la «spina dorsale» (Fusari) di questa chiesa, costituita da cinque grandi affreschi con episodi avvenuti dopo la resurrezione di Cristo. Questi cinque dipinti del soffitto e in generale tutte le decorazioni della navata centrale non sono altro che il modo con cui il popolo di Dio ha letto nei secoli la figura di Maria e in particolare il suo rapporto prima con Cristo e poi con la Chiesa. Proprio perché vuole esprimere una riflessione teologica e non semplicemente un racconto, l’ordine degli episodi non segue un criterio cronologico, ma è caratterizzato da una ben studiata disposizione speculare. È tracciato innanzitutto un parallelismo tra il primo e l’ultimo affresco: nell’Apparizione di Cristo risorto a Maria e nella Morte di Maria attesa dal Figlio ritorna lo stesso tema del presbiterio nel rapporto Madre-Figlio, ma ora la protagonista è la Madonna, non più scostata per lasciar spazio a Gesù, ma osservata e attesa da quest’ultimo.
L'apparizione di Cristo Risorto a Maria
L'apparizione di Cristo Risorto nella morte di Maria attesa dal Figlio
La seconda e la quarta scena rappresentano invece Maria protagonista con la Chiesa, poiché sia nella Discesa dello Spirito Santo che nell’Assunzione di Maria in Cielo la figura della Vergine è circondata dagli apostoli e dai componenti della Chiesa delle origini, che si stringono intorno a Lei.
Discesa dello Spirito Santo
Nell'Assunzione di Maria in Cielo
Infine, Maria incoronata dalla Trinità si colloca al centro di questa serie di affreschi e ne costituisce evidentemente il perno.
Rappresentando la Madonna come regina del Cielo e della terra, si congiunge infatti l’eternità di Cristo nel presbiterio con la temporalità del pellegrinaggio terreno dei fedeli che ogni giorno riempiono l’aula della basilica e che la Vergine continua ad accompagnare dall’alto, non più con la sua presenza fisica come nei primi tempi, ma sempre con la sua protezione celeste.
Maria coronata dalla Santissima Trinità Regina del ciolo e della Terra
Rappresentando la Madonna come regina del Cielo e della terra, si congiunge infatti l’eternità di Cristo nel presbiterio con la temporalità del pellegrinaggio terreno dei fedeli che ogni giorno riempiono l’aula della basilica e che la Vergine continua ad accompagnare dall’alto, non più con la sua presenza fisica come nei primi tempi, ma sempre con la sua protezione celeste.
Continuando a leggere la volta della navata centrale come “schiena” di tutta la basilica, notiamo come alla «spina dorsale» costituita dai cinque grandi medaglioni mariani, si legano una serie di «vertebre e articolazioni» (Fusari) che la avvolgono. Innanzitutto, si dipanano in due fasce ventiquattro piccoli affreschi in forma ovale che raffigurano episodi biblici, evangelici o tratti da tradizioni apocrife i quali, collegandosi direttamente ai grandi medaglioni centrali, svelano la sorprendente simmetria che domina la volta: a partire da alcuni eventi principali, si genera così la concreta storia della Chiesa. Partiamo dall’altar maggiore e osserviamo la volta rivolti verso il fondo della chiesa: all’Apparizione di Cristo risorto a Maria fanno capo altri quattro incontri di Gesù risorto: con San Pietro e con i discepoli di Emmaus (a sinistra), con le pie donne e con Maria Maddalena (a destra).
Gesù Risorto appare a Pietro
Gesù Risorto appare ai discepoli di Emmaus
Gesù Risorto appare alle pie donne
Gesù Risorto appare a Maria Maddalena
Accanto alla Discesa dello Spirito Santo si trova rappresentata la stessa scena in piccolo (a destra) e S. Pietro che battezza il centurione (a sinistra).
Discesa dello Spirito Santo
San Pietro che Battezza il Centurione
L’Incoronazione della Vergine è invece circondata da quattro episodi: a sinistra il martirio di Santo Stefano e un profeta che brandisce la spada, mentre a destra la Trasfigurazione di Gesù e la Madonna con Gesù bambino.
Martirio di Santo Stefano
Profeta che bandisce la spada
Trasfigurazione di Gesù
Madonna con Gesù Bambino
Accanto all’affresco dell’Assunzione di Maria in Cielo è rappresentata la Madonna del suffragio (a sinistra) e l’Assunta (a destra).
Madonna del suffragio
Assunzione di Maria Vergine al Cielo
Altre quattro scene fanno capo all’ultimo grande affresco con la Morte di Maria attesa dal Figlio: a destra il profeta Abacuc trasportato da un angelo e Pietro insieme a Paolo; a sinistra S. Pietro con le vedove e di nuovo la morte di Maria in piccolo.
Abacuc trasportato da un angelo
Pietro insieme a Paolo
S. Pietro con le vedove
Morte di Maria
Completano infine il tutto i dipinti di diversi angeli: alcuni di questi riempiono quegli otto ovali che non si legano a nessuno degli affreschi principali e reggono in mano svariati oggetti (un alberello, una scala, un ramo d’ulivo, un ramo di palma, un tamburello, un altro alberello, una città, una tabella).
Angelo
Angelo
Angelo
Angelo
Angelo
Angelo
Angelo
Angelo
Altri sono raffigurati all’interno di ventiquattro piccoli spazi vuoti creatisi tra la fascia centrale e le scene bibliche (angelo con un arcobaleno, una colomba, un giglio, un sole, delle rose, una verga fiorita, un portale, una torre, un’altra verga fiorita, dei fiori, una fiaccola accesa, una stella, un ramoscello di cedro, una fontana, un grappolo d’uva, un’altra colomba, un candelabro, un tamburello, la casa di Loreto, una pisside, un mazzo di rose).
Angelo
Angelo
Angelo
Angelo
Angelo
Angelo
Angelo
Angelo
Angelo
Angelo
Angelo
Angelo
Angelo
Angelo
Angelo
Angelo
Angelo
Angelo
Angelo
Angelo
Angelo
Angelo
Angelo
Angelo
Oltre che ad una “schiena” che sorregge l’edificio, la volta assume sempre più la struttura di una grande orchestra nella quale la Chiesa, attraverso le diverse componenti decorative, crea una melodia per lodare la Vergine e continuamente invocarla. A completare questa melodia vi sono i ventiquattro riquadri con le litanie mariane collocati appena sopra i cornicioni e appena sotto gli ovali con le scene della Bibbia. Dipinte da Giovan Mauro della Rovere detto il Fiamminghino, si tratta di immagini veterotestamentarie nelle quali la riflessione cristiana ha visto, lungo i secoli, una prefigurazione della Vergine. Queste attribuzioni nascono da un’incessante lettura e rilettura della Chiesa sulla figura di Maria, che continuamente cerca di capire e interpretare, oltre che dalla meditazione della Parola di Dio, dalle riflessioni dei Padri della Chiesa e dall’amorosa contemplazione di generazioni di fedeli. Esse esprimono con diverse immagini e parole l’amore, la devozione, l’ammirazione del popolo di Dio verso di lei. Ecco allora che queste litanie sono quasi un coro che si pone alla base di tutti gli altri componenti dell’orchestra della volta. Ogni riquadro presenta l’illustrazione dell’immagine litanica e la scritta in latino che la definisce.
Partendo dall’altar maggiore e rivolti verso il fondo della chiesa, sulla destra Maria è lodata come Virga Moysis (Bastone di Mosè), Arca Testamenti (Arca dell’Alleanza), Tronus Salomonis (Trono di Salomone), Stella Mattutina (Stella del mattino), Vellus Gedeonis (Vello di Gedeone), Rubus ardens incombustus (Roveto che arde senza consumarsi), Scala Jacobi (Scala di Giacobbe), Turris Davidica (Torre di Davide), Fons Signatus (Sorgente sigillata), Favus Distillans (Favo stillante), Arca sanctificationis (Arca che santifica), Turris fortitudinis (Torre fortificata).
Virga Moysis: Bastone di Mosè
Arca Testamenti: Arca dell’Alleanza
Thronus Salomonis: Trono di Salomone
Stella Matutina: Stella del mattino
Gedeonis vellus: Vello di Gedeone
Rubus ardens incombustus: Roveto che brucia senza consumarsi
Scala Jacobi: Scala di Giacobbe
Turris Davidica: Torre di Davide
Fons Signatus: Sorgente sigillata
Favus distillans: Favo che stilla miele
Arca Sanctificationis: Arca che santifica
Turris fortitudinis: Torre fortificata
Arrivati in fondo alla basilica, voltiamoci e incamminiamoci verso il presbiterio. Sulla destra troviamo: Castrorum acies ordinata (Armata pronta per la battaglia), Domus Sapientiae (Casa della Sapienza), Mulier hamicta sole (Donna vestita di sole), Honorificata Mater (Madre degna d’onore), Honorificentia populi nostri (Onore del nostro popolo), Lignum Vitae (Albero della vita), Talamus Sponsi (Talamo dello sposo), Desiderium collium aeternorum (Desiderio dei colli eterni), Mater viventium (Madre dei viventi), Lapis Auditorii (Pietra dell’aiuto), Navis Institoriis (Nave di chi porta i beni necessari), Civitas refugii (Città del rifugio).
Castrorum acies ordinata: un’armata pronta per la battaglia
Domus Sapientiae: Casa della Sapienza
Mulier hamicta sole: Donna vestita di sole
Honorificata mater: Madre degna d’onore
Onorificentia populi nostri: “Splendido onore del nostro popolo”
Lignum vitae: Albero della vita
Thalamus Sponsi: Talamo dello sposo
Desiderium collium aeternorum: Desiderio dei colli eterni
Mater Viventium: Madre dei viventi
Lapis Adiutorii: Pietra dell’aiuto
Navis Institoris ETC: Nave di chi porta i beni necessari
Civitas refugii: Città del rifugio
Tutta la volta centrale è sorretta da dodici colonne sopra le quali, negli spazi lasciati tra un arco e l’altro, si sporgono i busti in stucco dei dodici apostoli, ognuno con il proprio emblema. Entrando dal fondo, a destra Mattia, Simone, Bartolomeo, Giacomo il minore, Giovanni e Andrea; a sinistra Tommaso, Pietro, Giuda Taddeo, Giacomo il maggiore, Filippo e Matteo. Tutt’altro che essere semplicemente un vezzo estetico, questi stucchi richiamano la più diffusa usanza di collocare i quattro evangelisti nei pennacchi della cupola sopra il presbiterio: come in quel caso si vuole esprimere l’idea che il legame tra terra e cielo si fonda sull’Evangelo di Cristo, così in questo i dodici apostoli sono posti come mediatori tra la lode celeste di Maria nella volta e quella terrena nella navata. Essi sono le colonne della Chiesa: ricordano e vigilano che quanto avviene tra i banchi si fondi su quanto da loro trasmesso, sulla Tradizione Apostolica.
Navata Destra
Entrando nella navata destra dalla porta principale, si dispiegano diversi altari laterali, ognuno dedicato ad uno o più santi, i quali segnano la storia della devozione sviluppatasi nei secoli in questa basilica. Nemmeno stavolta la struttura è casuale: le figure che riempiono queste navate laterali, più piccole e più basse rispetto alla principale, guardano umilmente all’alta volta centrale, dove si trova Maria, loro vero modello di santità. Su ogni pala i santi sono raffigurati nella loro iconicità, ma alzando il capo, nei piccoli affreschi nelle cupolette, sono rappresentati vari momenti della loro vita, così che non ci sia solamente una statica figura da contemplare e pregare, ma si possa anche capire come questa entra in azione, in modo da farsi modello da seguire per la vita di chi osserva.
Altare di Santa Barbara e corrispettiva pala del martirio di Santa Barbara
Al primo altare a destra, ecco la pala, opera di Pietro Rosa, con il martirio di santa Barbara decapitata dal padre. Nella cupoletta otto momenti della sua vita e del suo martirio: Barbara a colloquio con il padre; rifiuta il matrimonio; in preghiera; fugge dall’ira del padre; dinanzi al giudice Marciano; fustigata; torturata con dei martelli; torturata con artigli di ferro.
Cupola di Santa Barbara
Immagini che si trovano dentro la Cupola
Immagini che si trovano sotto la Cupola
Altare di San francesco Saverio e cupola di San Rocco
La pala successiva, di Pietro Rotari Veronese, raffigura san Francesco Saverio, ma anticamente questo altare era dedicato a san Rocco e alle sante Vittoria e Corona. Questo spiega il perché il protagonista delle otto scene nella cupola sia san Rocco: lo vediamo in partenza per le sue peregrinazioni, conferire con un cardinale, dedicarsi alla cura degli appestati, distribuire i suoi beni ai poveri, guarire gli animali; san Rocco riceve la benedizione dal papa, ammalato viene accudito da un angelo e infine ritorna guarito alla sua città natale.
Cupola di San Rocco
Immagini che si trovano dentro la Cupola
Immagini che si trovano sotto la Cupola
Altare delle sante Apollonia e Lucia
Il terzo altare è dedicato alle sante Apollonia e Lucia, raffigurate nella pala nell’atto di venerare la Vergine col Divino Infante in mezzo a san Giuseppe e ad un angelo. Lucia è protagonista delle scene nei quattro pennacchi della cupola: in uno la si vede davanti al prefetto Mascasio mentre con aspetto maestoso e severo si dichiara cristiana; in un altro immobile come una colonna davanti ad ogni forza; illesa in mezzo a materie incandescenti e, infine, ferita nella gola dal prefetto, viene confortata da un sacerdote con la Santa Comunione. Dentro alla cupola si trovano immagini della vita di sant’Apollonia: rimprovera il giudice; il giudice le fa strappare i denti; condannata alle fiamme se rifiuta di bestemmiare Cristo; si getta nel fuoco.
Cupola
Immagini che si trovano dentro la Cupola
Immagini che si trovano sotto la Cupola
Altare dei santi Antonio Abate e Antonio di Padova
La tavola del quarto altare, copia dell’originale dipinto del Moretto, mostra sant’Antonio di Padova seduto sopra un’elevata tribuna, mentre più in basso sant’Antonio Abate e san Nicola da Tolentino lo ammirano. Sotto la cupola sono dipinti i miracoli del santo padovano (il miracolo del cuore dell’avaro, l’esorcismo dell’indemoniato, la predica ai pesci e il miracolo della mula) mentre dentro la cupola scene di vita di Antonio Abate (un miracolo, subisce tentazioni, libera un giustiziato dalla morte, risuscita un uomo ucciso da un cavallo).
Cupola di San Antonio Abate e San Antonio di Padova
Immagini che si trovano dentro la Cupola
Immagini che si trovano sotto la Cupola
Al posto del Quinto Altare ora c'è la porta laterale
Un quinto altare era presente al posto dell’attuale porta laterale, sopra la quale si trova oggi la natività con l’adorazione dei pastori, mentre nella rispettiva cupola alcuni angeli e putti.
Adorazione dei Pastori
Altare di san Francesco Regis
Procedendo, si trova la pala di san Francesco Regis che copre diversi preziosi ostensori contenenti le Sante Reliquie, appartenenti a santi che hanno saputo vivere nella sequela delle virtù cristiane, rappresentate infatti nella cupola con i rispettivi simboli. Nei pennacchi quelle cardinali: la prudenza con lo specchio, la giustizia con la bilancia, la fortezza con la colonna, la temperanza con dell’acqua. All’interno della cupola invece si scorge un’allegoria della religione che regge un turibolo e le tre virtù teologali: la carità è come una madre con i suoi bambini, la speranza con un’àncora e la fede che si aggrappa saldamente alla croce di Cristo mentre regge un calice.
Cupola rappresentanti le tre virtù teologali e le quattro virtù cardinali.
Le Tre Virtù Teologali più una allegoria della Religione
Virtù Cardinali
Altare di san Martino di Tours
Chiude la navata destra l’altare dedicato a san Martino di Tours, san Sebastiano e san Rocco. Questi sono rappresentati nella pala, opera giovanile del Moretto, mentre guardano verso la Vergine con Gesù Bambino. San Martino vescovo è protagonista anche del soffitto, dove è rappresentato nella gloria del Cielo; mentre nella parte sinistra il veneziano Francesco Maffei dipinse il miracolo di san Martino che risuscita il figlio d’una desolata vedova. Nel vicino pilone trovasi il sepolcro, monumento del Cardinale Umberto Gambara morto a Roma nel 1549.
Sofitto dell'altare di san Martino vescovo raffigurante il santo nella gloria.
Quadro sul lato destro dell'altare di San Martino di Tour risuscita la figlia della vedova
Navata Sinistra
Il Primo altare partendo dalla porta d'ingresso
Il fianco sinistro della basilica si apre invece con l’altare di san Girolamo Dottore. La pala rappresenta il santo con ai piedi le purpuree vesti di cardinale. Accanto a lui sant’Eusebio, santa Eustachio e santa Paola. In alto la Vergine incoronata dagli angeli, che riproduce l'immagine della Madonna delle Grazie venerata anticamente in Borgo Pile. Oggi l’altare ospita una reliquia di S. Paolo VI: la maglietta sporca di sangue da lui indossata al momento dell'attentato subito a Manila nel 1970. Sotto la cupola, nei pennacchi, vi sono i quattro dottori della Chiesa (Agostino, Ambrogio, Girolamo e Gregorio Magno) mentre all’interno della cupoletta è raffigurato san Girolamo mentre riceve il battesimo; viene incaricato da Papa Damaso di tradurre la Bibbia in latino; immerso dello studio; nel deserto.
Incoronazione della Beata Vergine Maria con san Girolamo, san Eusebio, san Eustachio e santa Paola. La raffigurazione della Beata Vergine Maria riproduce l'immagine della Madonna delle Grazie venerata anticamente in Borgo Pile.
La reliquia (maglietta sporca di sangue) è di Paolo VI che ricorda l'attentato da lui subito a Manila nel 1970
Cupola
Immagini che si trovano dentro la Cupola
San Girolamo riceve la Comunione
San Girolamo riceve l'incarico da papa Damaso I
San Girolamo nello studio
San Girolamo nel deserto
Immagini che si trovano sotto la Cupola
San Girolamo
San Agostino
San Ambrogio
San Gregorio Magno
Il Secondo Altare dedicato a san Bernardo
Anticamente, al secondo altare si trovava la pala del Franceschini con il transito di san Giuseppe (oggi in sacrestia), sostituita con la raffigurazione della Madonna della misericordia venerata dai Santi Michele, Giovanni il Battista, Bernardo e Maddalena. I dipinti nella cupoletta sono principalmente storie di san Bernardo (si immerge in uno stagno gelato per vincere la concupiscenza; guarisce un indemoniato; prega durante la mietitura; porta i segni della passione; ha una visione di Gesù Bambino; predica al popolo; schiaccia il demonio guardando alla Vergine) ma anche di san Benedetto che incontra la sorella Scolastica.
Questa pala che rappresenta il transito di san Giuseppe ora si trova in Sacrestia
Cupola di San Bernardo
Immagini che si trovano dentro la Cupola
San Benedetto e San Scolastica
San Bernardo nello stagno gelato
San Bernardo prega durante la mietitura
San Bernardo con i segni della passione
Immagini che si trovano sotto la Cupola
San Bernardo guarisce l'indemoniato
San Bernardo ha la visione di Gesù bambino
San Bernardo predica al popolo
San Bernardo viene allattato dalla Vergine
Il Terzo Altare dedicato ai santi Luigi Gonzaga e Stanislao Koksta
L’antica tela di Antonio Gandino rappresentante san Giorgio a cavallo mentre uccideva il mostruoso dragone è stata sostituita nel XVIII secolo con questa di Antonio Paglia con i santi Luigi Gonzaga e Stanislao Koksta ai piedi della Madonna. Questo spiega il motivo per cui il protagonista delle scene nella cupola sia san Giorgio. Nei quattro pennacchi lo si vede dinanzi a Diocleziano, dinanzi ad Apollo, a terra e accolto in cielo; mentre all’interno della cupola torturato con la ruota dentata; fa crollare il simulacro nel Tempio; viene medicato da un Angelo e decapitato.
Cupola in cui viene rappresentata la vita di san Rocco
Dentro la cupola
San Giorgio torturato con la ruota dentata
San Giorgio fa crollare il simulacro nel Tempio
San Giorgio medicato da un Angelo
San Giorgio Decapitato
Sotto la Cupola
San Giorgio dinnanzi a Diocleziano
San Giorgio dinnanzi ad Apollo
San Giorgio a Terra
San Giorgio accolto in cielo
Il Quarto Altare dedicato all'Immacolata e ai santi Gioacchino e Anna
L’altare dell’Immacolata ospita la pala di Pier Maria Bagnadore con i santi Gioacchino ed Anna ammiranti la Vergine Immacolata, frutto specialissimo del loro concepimento, raffigurata tra due angeli e secondo la visione di Apocalisse 12,1 («una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle»). Dentro la cupola è riprodotta quattro volte l’immagine dell’Immacolata (con angeli e la Trinità; con un reliquiario; davanti ad un’edicola; tra due angeli musicanti), mentre nei pennacchi è raffigurata con Gesù bambino e la croce tra santa Maria Maddalena e san Giovanni Battista; con Gesù bambino, santa Barbara, santa Caterina d'Alessandria e altre sante martiri; addolorata con il Figlio morto; infine come fonte della vita di Gesù Redentore.
Cupola
Immagini che si trovano dentro la Cupola
Immacolata concezione
Madonna con reliquiario
Madonna davanti ad edicola
Madonna tra due angeli musicali
Immagini che si trovano sotto la Cupola
Madonna con Gesù bambino con la croce tra santa Maria Maddalena e san Giovanni Battista
Madonna fonte con Gesù bamino con santa Barbara, santa Caterina d'Alessandria e sante martiri
Pietà
Madonna fonte di vita di Gesù Redentore
Avanzando nella navata, sopra l’attuale porta che immette nel chiostro del santuario, vi è un quadro della Natività con l’adorazione dei pastori, della scuola del Bagnadore. Guardando in alto si ammirano otto scene legate alla figura di Maria: l’incontro tra Gioacchino e Anna; la natività di Maria; la presentazione di Maria al tempio; lo sposalizio di Maria e Giuseppe; Maria che riceve l'annuncio dell'arcangelo Gabriele; Maria che visita la cugina Elisabetta; la presentazione di Gesù al tempio e l’assunzione di Maria al cielo.
Adorazione dei Pastori
Immagini che si trovano dentro la Cupola
Incontro di Gioacchino e Anna genitori di Maria
Natività di Maria
Presentazione di Maria al Tempio
Sposalizio di Marie e Giuseppe genitori di Gesù
Immagini che si trovano sotto la Cupola
Maria riceve l'Annuncio dell'Arcangelo Gabriele
Maria visita la cugina sant'Elisabetta
Presentazione di Gesù al Tempio
Assunzione di Maria in anima e corpo al cielo
Il Quinto Altare dedicato anticamente dedicato ai santi Giobbe e Lazzaro si ammira oggi il magnifico Mausoleo del valoroso generale Tommaso Caprioli
Presso l’altare successivo, anticamente dedicato ai santi Giobbe e Lazzaro, si ammira oggi il magnifico Mausoleo del valoroso generale Tommaso Caprioli, che offrì al santuario le bandiere tolte in guerra ai nemici. In alto, sotto e all’interno della cupoletta, vari angeli portano gli strumenti della passione (lancia; croce; bastone con spugna; flagelli; panno della Veronica con il volto di Cristo; tenaglia e martello; chiodi; tre dadi).
Immagini che si trovano dentro la Cupola
Immagini che si trovano sotto la Cupola
Il Sesto Altare del Crocifisso
Questi segni della passione ci preparano ad accedere all’altare finale, dedicato proprio al Crocefisso. Riviviamo i supplizi del Signore a partire dal quadro laterale di destra dove Cristo è inchiodato alla croce. Al centro, tre sculture in legno, di ignoto ma esperto autore del XVI sec., raffigurano Gesù in croce con ai lati l’Addolorata e san Carlo Borromeo, in memoria della visita apostolica dell’Arcivescovo di Milano nel 1580. Sul dipinto di sinistra, invece, Cristo è deposto dalla croce. Infine, sul soffitto della cappella è dipinto Dio Padre nella gloria.
Affresco che si trova sul soffitto della cappella
Due quadri presenti nella cappella
Conclusione della Visita
Riprendendo la metafora della melodia, si rifletta su come la complessità dell’apparato artistico della basilica è dovuta al fatto che non si limita ad esprimere un messaggio, ma ha l’ambizione di cantare la fede stessa della Chiesa. In questo canto ci sono certamente delle voci principali e necessarie, ma anche suoni e accompagnamenti secondari che rendono il tutto più armonioso e inebriante alla vista. Complessità sì, ma non confusione. Come si è visto infatti, tra le diverse componenti artistiche si instaurano rapporti simmetrici di straordinaria raffinatezza e volutamente difficili. Si vuole infatti spingere l’osservatore a guardare meglio, affinché quest’ultimo non sia un superficiale ammiratore estetico, ma possa giungere ad una comprensione spiritualmente più profonda. Ed è proprio questo tipo di visitatore che la presente guida si propone di accompagnare.
Il testo che ci ha guidato nella visità è stato composto da Nicola Moreschi